UNA STORIA D’AMORE AL PRIMO MORSO

Il cannolo siciliano non è solo un dolce, è un’istituzione, una dichiarazione d’amore al palato! Croccante fuori, con quella cialda dorata che si sbriciola al primo morso, e cremoso dentro, grazie alla ricotta dolce e vellutata che conquista al primo assaggio. E poi, ci sono i dettagli: pistacchi, scaglie di cioccolato, scorza di arancia e una spolverata di zucchero a velo che lo rendono un piccolo capolavoro. 

Leggenda vuole che il cannolo sia nato per sedurre… e beh, ci riesce ancora oggi! Che lo mangiate al bar, passeggiando per Palermo o alla fine di un pranzo, ricordate: un cannolo non si divide, si ama.

Piana degli Albanesi

Il cannolo più buono di tutti è quello di Piana degli Albanesi

A 24 km da Palermo, andando verso l’interno, in direzione Portella delle Ginestre, troviamo Piana degli Albanesi, patria del cannolo siciliano.
Piana è una vera e propria meta di pellegrinaggio per i tanti devoti a questo dolce, diffuso sì in tutta l’isola ma qui capace di raggiungere assolute vette di perfezione, sicuramente merito dell’abilità dei pasticceri pianesi ma soprattutto merito della ricotta di pecora prodotta in questa zona.

Nato come dolce di Carnevale, il cannolo una volta era disponibile solo in inverno e primavera. Oggi si trova tutto l’anno, ma i veri intenditori sanno che la ricotta è buona solo da dicembre a maggio, quando i pascoli, specialmente quelli di monti e altopiani, si ricoprono di erbe aromatiche capaci di cedere il loro profumo al latte delle pecore.

Grande sapienza e abilità richiede anche la preparazione della “scorza”, la cialda, fatta con fior di farina, zucchero, strutto, vino, cacao e caffè in polvere. Ma, come sempre, è la mano di chi prepara e la qualità dell’olio usato per la frittura a decidere il risultato finale.

Giusto per essere precisi, il vero cannolo siciliano di piana è lungo dai 15 ai 20 centimetri, ha un diametro di 4-5 centimetri, deve essere riempito al momento (espresso), affinché la ricotta non inumidisca la scorza facendole perdere croccantezza, e deve essere guarnito solo in superficie, sulle due facce, con ciliegie candite o scorza d’arancio candita o pezzetti di cioccolato. All’interno la ricotta deve essere libera da canditi o di cioccolato che ne contaminerebbero la purezza.